Il problema espone i contenuti online di Amazon alla pirateria.
Secondo Bruce Schneiner, esperto e capo della tecnologia delle sicurezza di British Telecom, si tratta di un difetto fondamentale nel disegno di Adobe e davvero stupido, perché i server connessi ai player Flash degli utenti non sono realizzati per cifrare i flussi audiovisivi, ma solo per criptarne i comandi di avvio e blocco della funzione.
Apple, produttrice del software, ha già riconosciuto il malfunzionamento del programma e sta lavorando per risolverlo al più presto. La società ha dichiarato di “essere impegnata perché tutti i prodotti siano sicuri, dai player al software per i server. Adobe investe un gran numero di sforzi per aiutare a proteggere gli utenti da potenziali vulnerabilità“.
Non appena è stata diffusa la notizia, la compagnia statunitense Amazon ha ribadito che non è possibile salvare sul proprio pc gratuitamente i contenuti in streaming del suo servizio Video On Demand, ma Reuters ha dimostrato il contrario, grazie al comune programma Replay Media Catcher di Applian Technologies.
La versione Demo di Replay Media Catcher permette di visionare il 75% di qualsiasi cosa registrata e il 100% dei video YouTube; per solo 39 dollari si può acquistare la licenza completa del tool.
Inoltre sul sito www.tvadfree.com è spiegato passo passo come procedere per ottenere video in streaming.
Bill Dettering, CEO di Applian, ha spiegato così quanto accaduto: “Lo streaming Adobe non è realmente crittografato. Uno dei difetti del sistema software è che la gente può catturare lo streaming. Mi aspetto che realizzino in futuro qualcosa di più solido“.
In merito all’accaduto sono arrivate reazione negative da alcuni industriali, tra cui quelli della società Widevine Technologies, specializzata nella produzione di una tecnologia DRM per Flash. Secondo il CEO Brian Baker, “Il problema fondamentale è la mancanza di tecnologia da parte di Adobe, che non sta permettendo di preservare i modelli di business“.
Fonte: Quo Media