Google fast pair

Erano i primi giorni di novembre 2017 e Google lanciava sul mercato una nuova modalità di collegamento fra un device Android e un accessorio Bluetooth, in pratica un’interfaccia fra dispositivi come smartphone e tablet e sistemi audio, quali cuffie o speaker: stiamo parlando di Fast Pair, una funzione elaborata dagli sviluppatori di Google per rendere semplice ed immediato il procedimento di connessione.

Fino a quel momento, infatti, per collegare un qualsiasi accessorio audio tramite l’accesso Bluetooth ad un dispositivo era necessaria una serie di passaggi, partendo dalle impostazioni: da lì, bisognava effettuare una ricerca dei dispositivi Bluetooth collegati, inserire eventualmente un codice di controllo, individuare il sistema interessato e infine scaricare l’applicazione a corredo dell’accessorio.

Senza dubbio, dunque, Fast Pair è un’innovazione interessante, semplice ed immediata, anche perché gli ingressi per auricolari e cuffie, negli smartphone di ultima generazione, stanno ormai scomparendo e quindi, questo tipo di collegamento, così immediato e di facile accesso, decisamente è risultato subito apprezzabile. Questa modalità, esistente ormai da più di un anno, rende infatti tutto più facile, e questo grazie all’accoppiata BLE (Bluetooth Low Energy) con Google Nearby.

Funzionamento di Fast Pair

Illustriamo un breve schema che riepiloghi i semplici passaggi di questa innovativa modalità per collegare, ad esempio, al nostro smartphone un paio di cuffie compatibili con la tecnologia Bluetooth.

Il profilo definisce due ruoli specifici: Fast Pair Seeker e Fast Pair Provider. Il primo, normalmente, è lo smartphone, il “cercatore” che, proprio per questo suo ruolo, è alla “ricerca” di un dispositivo audio con cui abbinarsi. Il secondo è, appunto, tale dispositivo (ad esempio, un auricolare o un paio di cuffie) il quale, in un certo senso, si mette a disposizione per l’abbinamento. Entrambi i ruoli, Fast Pair Seeker e Fast Pair Provider, devono supportare le medesime procedure di collegamento, attraverso Bluetooth Classic BR / EDR.

La modalità vede, come prima azione, l’accensione delle cuffie, da avvicinare allo smartphone che, ovviamente, deve avere abilitato il Bluetooth, ed anche la geolocalizzazione. Semplicemente così, riceve il “pacchetto” Fast Pair, il quale viene subito trasmesso al server di Google per ottenere diverse informazioni sul prodotto. Sul display del cellulare compare una notifica, con l’icona e il nome del servizio, ad alta priorità, che propone l’opzione per confermare l’abbinamento.

Cliccando sulla notifica stessa viene stabilito il collegamento fra i due dispositivi attraverso il Bluetooth tradizionale e, volendo, è possibile anche scaricare un’App per le cuffie da Google Play Store, direttamente dopo la notifica di conferma.

Compatibilità di Fast Pair

Non tutti i dispositivi, però, sono compatibili con il sistema Fair Pair: per poterlo utilizzare, infatti, è necessario essere in possesso di un dispositivo, smartphone o tablet, con installato Android 6.0 o versioni successive e un accessorio Bluetooth compatibile. Deve essere dotato di Google Play Services 11.7 e, al momento, gli unici dispositivi compatibili sono gli auricolari Google Pixel Buds e le cuffie Libratone Q Adapt On-Ear, anche se, senza dubbio, molti produttori si stanno già adeguando al nuovo standard e, considerando la velocità con cui si aggiorna la tecnologia, non dovremo aspettare troppo…

Tra l’altro, anche Microsoft sta lavorando per migliorare l’esperienza di pairing (l’abbinamento) dei dispositivi Bluetooth in Windows 10: la novità si chiamerà “Quick Pair” e, allo stesso modo di Fast Pair, si tradurrà in una semplice procedura. In sostanza, non ci sarà più bisogno di tanti passaggi nel menù del pc, ma tutto quello che si dovrà fare sarà attivare l’accessorio da sincronizzare con il Bluetooth ad un computer Windows 10, il quale riconoscerà in automatico la periferica, segnalando la possibilità di effettuare il collegamento tramite una notifica chiara ed immediata. Cliccando sulla stessa, i due dispositivi si connetteranno immediatamente.

Si tratta, come abbiamo detto, di una funzionalità assolutamente identica all’Android Fast Pair presente sugli smartphone di Google e, tale somiglianza, lascerebbe far comprendere che in un prossimo futuro tutti i pc Windows 10 potranno, rapidamente e in maniera molto semplice, sincronizzarsi con ogni dispositivo Bluetooth.

Lo sviluppo e l’aggiornamento di Google Fast Pair un anno dopo

Arrivati al novembre 2018, esattamente dopo un anno dall’introduzione ufficiale dell’accoppiamento dati con Fast Pair, attraverso un post sul blog ufficiale di Android Developers, la società ha comunicato che le informazioni sui dispositivi sincronizzati, saranno conservate all’interno dei dati di ciascun account Google, per poter essere condivise con tutti i dispositivi sul quale è impostato. Ma la novità più grande è che Google, inoltre, sta aggiornando la modalità per consentire agli utenti che lo vogliano di abbinare contemporaneamente più dispositivi Bluetooth. In pratica, auricolari e cuffie non si connettono al dispositivo, ma, in realtà, all’account Google, semplicemente avvicinandoli tra loro fisicamente.

Peraltro, in questo modo, si migliora l’utilizzo condiviso degli accessori, tanto che se, per esempio, se avevamo già utilizzato lo speaker Bluetooth sul telefono cellulare, potremo vedere subito la notifica del Fast Pair anche avvicinandolo al tablet. Non solo: ulteriori interessanti novità sono state annunciate per il prossimo futuro, in quanto il sistema diverrà presto compatibile anche con i dispositivi Chromebook, proprio a partire dall’anno appena iniziato, e sempre più produttori stanno introducendo tale funzionalità, quali Anker, Bose, Jaybird e SoundCore.

Con questo aggiornamento, pertanto, non sarà più necessario ripetere ogni volta la procedura di abbinamento, poiché tutti gli accessori collegati tramite Bluetooth ad un account Google, anche se soltanto una volta, si accoppieranno in modo automatico su qualsiasi altro device, purché abbia, ovviamente, il medesimo account Google.

Tale procedimento è molto vicino alla simile procedura con AirPods, che, ovviamente, consente di collegarsi immediatamente da un dispositivo Apple ad un altro, anche in questo caso senza ripetere ogni volta tutti i passaggi, magari non complicati, ma senza dubbio rallentanti il collegamento. Allo stesso modo, la possibilità è soltanto per tutti i sistemi iOS, watchOS e Mac OS collegati allo stesso account iCloud. E, dunque, come con AirPods, i device Android e Chromebook potranno sincronizzarsi subito a speaker o cuffia o a entrambi contemporaneamente.

Per ottenere tale funzionalità, la nuova generazione di Fast Pair è ormai in via di conquista del mercato, e per questo si è resa necessaria la collaborazione con alcuni fra i principali produttori del settore. Non a caso, Google si è avvalso del lavoro delle compagnie leader nell’audio Bluetooth, fra cui Airoha Technology Corp, BES e Qualcomm.

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