Il popolare sito di social network Facebook, riuscito nell’intento di minare lo strapotere nel settore di MySpace di News Corp, ha deciso di operare qualche modifica al servizio per permettere agli utenti un maggiore controllo e per arginare lo spam.

L’intenzione è quella di dare più dinamicità ai profili e garantire più visibilità alle ultime informazioni concernenti le ultime operazione fatte dagli utenti. Spazio anche a quelle soluzioni che permettono di bloccare le applicazioni che violano la privacy degli iscritti alla community.

“Gli utenti devono avere il controllo totale delle informazioni e di ciò che vogliono e fare e dove vogliono farlo”, ha affermato Ben Ling, presidente del product management della piattaforma, “gli internauti devono condividere consapevolmente contenuti e informazioni”.

La dichiarazione dei vertici di Facebook sembra quasi essere una risposta all’allarme lanciato dal Garante della Privacy di casa nostra che ha puntato il dito proprio contro i siti di social network. Questi siti “consentono a milioni e milioni di persone di scambiarsi notizie, informazioni, immagini, destinate poi a restare per sempre sulla rete. Il che può determinare in futuro, specie nel momento dell’accesso al lavoro, rischi anche gravi per giovani e giovanissimi, che spesso usano queste tecnologie con spensieratezza e inconsapevolezza”, è stata l’accusa di Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante della per la protezione dei dati personali.

Pizzetti ha citato una ricerca commissionata da AssoComunicazione per dare un’idea delle proporzioni del fenomeno secondo la quale sono quasi un milione e mezzo gli italiani che partecipano a comunità di social networking. Si tratta dell’8,9 per cento della popolazione italiana che ha utilizzato almeno una volta internet negli ultimi tre mesi. Analizzando il campione statistico di 2 mila persone, è emerso che nell’ultimo anno 2,9 milioni di italiani, oltre un milioni in più del 2006, sono stati coinvolti in “communities” tra persone che si associano, si iscrivono liberamente per chiacchierare, dare e ricevere informazioni, giudizi o consigli.

Chi partecipa al social networking è soprattutto maschio (11 per cento), ha un’età compresa fra 15 e 24 anni (21 per cento dei casi) oppure fra 65 e 74 anni (17 per cento). Abita prevalentemente nei comuni medio grandi (il 20 per cento nei centri con popolazione compresa fra 100 mila e 250 mila abitanti) dell’Italia centrale e del triveneto. In parallelo con la fruizione degli anziani, il 60 per cento di utenti dei social network sul web ha dichiarato di avere un titolo di studi elementare. Il 14 per cento sono, invece, laureati. Un buon 17 per cento sono studenti o inoccupati, l’11 per cento vive in famiglie con più di 4 componenti. La grande maggioranza (83,4 per cento) di chi frequenta questi luoghi della rete vuole fare conoscenze di nuove persone, il 64,7 per cento (900 mila italiani) lo fa per conoscere nuove persone e ricavarne vantaggi personali. Circa 700 mila (47,9 per cento) dicono anche di utilizzare questi luoghi della rete per scambiarsi e condividere video o immagini con altre persone, 600 mila (40,7 per cento) per approfondire con altri i propri interessi e hobby. In 500 mila (37,6 per cento) frequentano siti come Facebook, Myspace, Linkedyn soprattutto per interessi professionali, per migliorare la propria posizione lavorativa e sociale. Duecentomila (pari al 15 per cento) se ne servono come base per organizzare feste, eventi e incontri mentre in 100 mila (7,1 per cento) per acquistare o vendere prodotti e oggetti.

Fonte: Quo Media

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