Google implementerà la funzione Do Not Tracks sul proprio browser Chrome alla fine di quest’anno. La mossa segna una inversione di tendenza nella politica di Google, che sino a questo momento si era opposta alla tecnologia che consente all’utente di scegliere se essere o meno tracciato nei propri movimenti online, e su queste informazioni basare la visualizzazione delle pubblicità sui propri portali e sui siti web.
Il cambiamento di atteggiamento da parte di Google è avvenuto dopo che la Casa Bianca ha spinto per l’approvazione del pacchetto di leggi per i diritti alla privacy della clientela, affermando che verrà a presentata al Congresso una nuova legislazione sulla privacy online. Chrome dunque si è affiancato agli altri browser, come Internet Explorer 9 e Firefox, già in grado di trasmettere al sito web che si intende visualizzare l’informazione che l’utente non desidera essere tracciato e non vuole vedere campagne pubblicitarie basate sulla propria cronologia, il tutto racchiuso nella negoziazione HTTP usuale. Anche Safari di Apple supporta la funzionalità Do-Not-Track, sebbene richieda che sia l’utente ad attivare l‘header HTTP con la comunicazione della propria volontà, attraverso il menù “Developer” del browser. Apple ha affermato che renderà questi settaggi più semplici da raggiungere e compresi nella sessione”Preferences“ di Safari a partire da questa estate, quando verrà rilasciata per i clienti la versione stabile di OS X Mountain Lion. Opera, altro grande browser sebbene in svantaggio rispetto alla posizione di quelli già citati, non supporta la funzionalità Do Not Track: due settimana fa comunque è stato lanciato una build sperimentale del browser che consente questa tecnologia.
A specificare meglio la posizione delle grandi compagnie che abbiamo indicato, è da specificare però che Google, Microsoft, Apple e tutte le altre non hanno rinunciato alla funzione di tracciare i comportamenti degli utenti, quanto a non utilizzare questi dati per la campagna pubblicitaria mirata, visto che l’esistenza dei cookies, tuttora utilizzati dai browser, sono già una forma di tracciabilità della navigazione alla quale nessuno dei browser ha ancora rinunciato.