Gli elettrodomestici vengono forniti di una etichettatura energetica comunitaria, il cui scopo è quello di informare gli utenti sul consumo di energia del prodotto acquistato. Ciò permette al consumatore si impiegare razionalmente le risorse e risparmiare energia e acqua, oltre che ridurre l’inquinamento.
Il tema dell’etichettatura energetica è stato affrontato per la prima volta dall’Unione Europea a partire dal 1992, quando venne imposto di applicare suddetta etichetta agli elettrodomestici più utilizzati nelle case delle famiglie comunitarie: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, lavasciuga, lampade ad uso domestico, forni elettrici e condizionatori, lungo un percorso durato sino al 2003.
Proprio nel 2003 sono state introdotte esclusivamente per gli elettrodomestici per la refrigerazione domestica, due nuove classi di efficienza energetica ossia la classe A+ e la A++.
Questa innovazione voleva rispondere alla domanda sempre più diffusa di poter scegliere tra elettrodomestici più eco efficienti. Proprio in relazione a questa domanda di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, nel 2010 è stato possibile applicare l’etichetta non più in maniera limitata agli apparecchi legati alla refrigerazione, bensì a tutti i prodotti connessi all’energia.
Da questo momento l’etichetta ha previsto non più due, ma tre nuove classi di efficienza energetica per tutti i prodotti: A+, A++ e A+++. Queste nuove classi sono andate ad aggiungersi alla tradizionale scala dalla A alla G, scala che quindi è stata arricchita. La scala A-G è caratterizzata dalla neutralità linguistica, in quanto è universalmente comprensibile per i consumatori abitanti in ogni Paese dell’UE. Questo linguaggio comune è caratterizzato dal simbolo di una freccia: gli apparecchi con consumi più bassi hanno la freccia più corta e di colore verde, quelli con consumi più alti hanno la freccia più lunga di colore rosso.
Naturalmente al simbolo della freccia colorata si affianca la lettera della scala energetica che, ricordiamo, può variare in alto da A ad A+++ e in basso da G a D.
L’etichetta energetica contiene anche altri tipi di informazioni, ad esempio sulle caratteristiche tecniche dell’elettrodomestico: a questo riguardo si possono trovare indicati il volume e la capacità di carico, oltre che le prestazioni funzionali quali l’efficienza di centrifugazione o di asciugatura (a seconda dell’elettrodomestico in questione).
Anche per le prestazioni funzionali sono state create delle classi di efficienza. Anche queste sono identificate dalle lettere dalla lettera A fino alla lettera G, lettere che vengono indicate nell’etichetta all’interno dei pittogrammi (ossia rappresentazioni grafiche di un concetto).
Come la scala energetica, anche i pittogrammi sono caratterizzati dalla neutralità linguistica, per cui sono identici in qualunque Paese dell’Unione Europea, in modo che il consumatore possa interpretarli in maniera corretta indipendentemente dal Paese produttore. L’etichetta, che deve sempre essere ben visibile o resa nota anche per gli acquisti on line, è quindi identica per tutti gli apparecchi della stessa categoria, in modo da permettere ai consumatori di poter confrontare le caratteristiche distintive degli specifici modelli, a partire dal consumo energetico o di acqua.
Queste caratteristiche sono basate su prove standard ottenute da esperimenti e dati raccolti in laboratorio: ciò permette di confrontare i vari apparecchi della stessa categoria; tuttavia il reale consumo energetico nelle condizioni quotidiane di utilizzo dipende dal luogo e dalle condizioni di installazione e dalla frequenza d’uso. Questo può causare delle discrepanze tra i valori segnalati nell’etichetta energetica e quelli poi effettivamente registrati dall’utente finale.
Passiamo ora ad analizzare nello specifico l’etichetta energetica delle lavatrici (quella dell’immagine di sopra). L’etichetta è obbligatoria per le lavatrici per uso domestico immesse sul mercato comunitario dal dicembre 2011. Devono avere l’etichetta solo gli apparecchi alimentati dalla rete elettrica, compresi quelli venduti per uso non domestico e gli apparecchi a incasso per uso domestico. Da queste prescrizioni sono invece escluse le lavasciugatrici, le quali sono coperte da una specifica legislazione dedicata. Grazie alla presenza dell’etichetta il consumatore può scegliere la lavatrice a seconda delle sue esigenze. In particolare, l’etichetta energetica permette agli utenti di conoscere le principali caratteristiche e il consumo di energia fin dal momento dell’acquisto. Essa comprende quattro settori:
Scegliere una lavatrice più o meno efficiente può comportare un notevole risparmio. Optare per un modello in classe A+++ permetterà di spendere nella bolletta elettrica circa un terzo in meno rispetto a ciò che si spenderebbe acquistando un modello di classe A, e circa la metà di un modello in classe D.
In relazione a ciò, tuttavia, va ricordato che il consumo di energia indicato è quello misurato in condizioni di laboratorio in situazioni predefinite e standard.
Ricordiamo infine che in seguito di un accordo tra i produttori riuniti nel CEDED, dal 2004 non sono più prodotte lavatrici in classe D e inferiori, quindi allatto dell’acquisto bisogna accertarsi circa questo parametro: infatti elettrodomestici di classe inferiore a C sono residui di magazzino del venditore vecchi almeno di 3 anni.
C’è da segnalare una diatriba tra produttori e consumatori (e ambientalisti): le tre tipologie A+, A++ e A+++ sono state aggiunte per rispondere alla saturazione delle classi superiori.
Quando sono stati immessi nel mercato elettrodomestici di nuova generazione, frutto di nuove tecnologie meno assetate di energia, però, secondo gli ambientalisti si sarebbe dovuta mantenere la classificazione A-G, senza i segni +, facendo scalare di conseguenza i prodotti dalla A in giù.
Facciamo un esempio: una lavatrice efficiente è in classe A. Ne esce sul mercato una nuova e più efficiente. La prima dovrebbe scendere in classe B. Invece con le normative dei “+” è la seconda a ottenere A+, mentre quella più vecchia rimane in classe A. E così di conseguenza fino ad A+++.
Ma le aziende hanno posto il veto: passare da A a B, o C, o peggio, avrebbe danneggiato in termini di immagine, ma anche commerciali, i produttori.
Ma la partita, a livello di Comunità Europea, è ancora aperta.
Anche perché tra una classe A+++ e una una A+ passa la stessa differenza che c’è tra una classe A e una C.
Dopo aver visto i dettagli sulle lavatrici migliori, è bene conoscere i dettagli che riguardano la manutenzione. Pulire la lavatrice in maniera efficiente è molto importante perché ne prolunga la durata. Quali sono i metodi migliori? Possiamo indicare una serie di rimedi della nonna molto efficaci ed immediatamente attuabili:
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2 thoughts on “Lavatrici di classe A e superiori: cosa significa quell’etichetta”
che significa sulle caratteristiche delle lavatrici classe energetica A +++ – 40 ?
Alcune finiscono con A+++ altre riportano di seguito -30 e altre -40. Cosa significa ?
Grazie
Salve
Ci sono alcune lavatrici che hanno come classe energetica la lettera A+A, che significa? È considerata una classuficazione obsoleta?