Interrogati dall’apposita corte statunitense, alcuni rappresentati di Amazon hanno ribadito come debba essere proprio il Congresso a stabilire le regole sul trattamento dei diritti d’autore digitali. Di conseguenza, gli accordi siglati da Google con una serie di editori americani lo scorso anno “invadono le competenze del Congresso e sono un tentativo di proporre una soluzione personale per un problema (quello del copyright sul web, ndr) che può essere risolto solo con cambiamenti discussi in comune”, almeno secondo Amazon.
Il prossimo 7 ottobre, il giudice federale aprirà l’audizione riguardante il progetto Google Book, in cui verranno discusse e indagate le modalità di sfruttamento e diffusione delle opere da parte del colosso internet. Compagnie e singoli individui hanno tempo fino al 4 settembre per presentare le proprie obiezioni a riguardo, mentre la data limite per le direttive del governo americano è fissata per il 18 settembre.
Il web-shop con base a Seattle, durante la propria deposizione, ha anche fatto notare come il suo progetto di scansione dei libri (ancora in fase di evoluzione), sarebbe un sicuro rivale di Google Book. Amazon fa anche parte di una coalizione, comprendente Yahoo! e Microsoft, che sostiene che Big G, con il suo progetto, voglia controllare l’accesso al più grande archivio letterario mondiale, quello delle opere attualmente senza proprietario.
Fonte: Quo Media