Telefono Arcobaleno, l’associazione che da tempo lotta contro la pedofilia online, ha presentato il tredicesimo rapporto dell’Osservatorio Internazionale sul tema della sicurezza in rete.
I paesi maggiormente coinvolti in questo business sono Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Italia, Francia, Canada e Giappone, vale a dire i paesi G8 che, con l’aggiunta di Spagna e Polonia, rappresentano i tre quarti della clientela pedopornografica.
In particolare paesi quali Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, sembrano essere i maggiori fruitori di materiale pornografico con soggetti bambini.
I dati che emergono dal rapporto sono a dir poco allarmanti: circa il 50% dei bambini coinvolti nel mercato della pedofilia ha meno di 7 anni, mentre il 77% ha meno di 9 anni.
Il mercato è davvero alla portata di tutti quei pedofili che, con il solo requisito di possedere una carta di credito, possono ordinare il bambino o la bambina dei loro sogni, con tanto di tratti somatici, caratteristiche e perversioni particolari, per ottenere l’album richiesto.
“Questo incremento della pedofilia online, attorno al 149% negli ultimi sei anni non è parallelo alla diffusione di internet sul continente, infatti l’Europa, pur rappresentando circa il 30% del pianeta internet, assorbe oggi ben il 60% della domanda di pedofilia nel web. Nel nostro Report si evince quanto, in Europa, contrariamente a quello che è avvenuto in altre aree del pianeta, le strategie di contrasto del mercato dei bambini non abbiano sempre centrato gli obiettivi prioritari di prevenzione, convogliando le risorse su progetti che non sono valsi a frenare la vertiginosa crescita della pedofilia online“, ha commentato il presidente e fondatore dell’organizzazione, Giovanni Arena.
I tentativi che da anni Telefono Arcobaleno e il Nit (Nucleo Investigativo Telematico) stanno facendo per combattere la pedofilia, vengono di fatto rallentati in maniera grave dalle ultime riforme governative sul pacchetto sicurezza, con la cancellazione della rapidità degli interventi e il dirottamento delle indagini sulle procure distrettuali antimafia.
Fonte: Quo Media